Agosto è ormai nel vivo. Caldo intenso, città semi-deserte, vacanze. Il genocidio però, purtroppo, non va in vacanza. E mentre la follia criminale di Netanyahu e del suo governo annuncia di voler tornare a occupare tutta la striscia di Gaza, i palestinesi continuano ad essere massacrati in mondo visione. Ogni giorno ci svegliamo, apriamo i nostri telefoni, e vediamo bambini trucidati, famiglie distrutte, masse di persone raggruppate in campi di concentramento e uccisi da cecchini a distanza, mentre cercano grammi di cibo per andare avanti un altro giorno. E ogni giorno ci tocca chiederci come è possibile che tutto questo possa succedere.
Alcuni governi occidentali, dopo aver finanziato e supportato per quasi due anni questo genocidio annunciato, stanno cercando di svincolarsi. Nella speranza, forse, di schivare il giudizio della storia. La Francia ha annunciato che riconoscerà lo stato di Palestina a settembre, primo tra i paesi del G7. La Gran Bretagna ha seguito l’annuncio della Francia, a meno che Israele non accetti alcune condizioni, tra cui il cessate-il-fuoco. L’Australia ha anche detto di essere pronta a riconoscere la Palestina, ma solo se l’Autorità Palestinese accetterà riforme importanti e Hamas verrà escluso. Timidi passi che per ora non si sono materializzati in nulla di concreto. Troppo poco e troppo tardi, come si suol dire. E intanto, il genocidio va avanti.
Ma al di là della pochezza dei governi occidentali, la società civile globale continua a muoversi, a provarci, coi mezzi limitati di chi ha poco altro che la propria voce. E noi, con la stessa frustrazione nel cuore che avete anche voi, ci e vi chiediamo di non mollare, di non smettere di provarci. Anche se delle volte sembra tutto inutile, non c’è alternativa che continuare, e continuare, e continuare. Continuare a provare a fermare questa barbarie infinita; continuare a dire che questo orrore non sarà mai in nostro nome. Perché noi possiamo spegnere i nostri telefoni, ma i Palestinesi continuano a morire.
E allora, continuiamo a provarci.
A fine agosto la Global Sumud Flotilla, un network di movimenti e associazioni, ha lanciato una nuova campagna. Sulla scia delle missioni della Freedom Flottila e della Global March to Gaza, decine e decine di barche partiranno da porti grandi e piccoli, e spiegheranno le vele verso Gaza. L’obiettivo è semplice, rompere l’assedio, aprire un corridoio umanitario, condannare l’inazione dei governi mondiali, portare solidarietà laddove sta morendo non solo un popolo, ma anche la nostra umanità.
Come DiEM25 e MERA25 Italia ci schieriamo a fianco della Global Sumud Flotilla. E vi chiediamo di fare altrettanto, per quanto e come possiate.
Si può donare a questo link per finanziare la partenza della delegazione italiana.
Oppure si può partecipare alla campagna sia offrendosi di partire per nave, sia dando il proprio supporto via terra, sia partecipando alle varie attività organizzate sul territorio. Qui il form da compilare per partecipare attivamente alle iniziative della campagna Global Sumud Flottilla.
Mentre questo è il form per partecipare alle attività sul territorio italiano organizzate dalla delegazione nazionale della campagna, il Global Movement to Gaza Italia.
Nell’immobilismo della politica istituzionale, Gaza ha bisogno del supporto di tutti noi. Non molliamo, non ce lo possiamo permettere.
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