Abbiamo deciso di pubblicare il testamento di Anas Jamal Al-Sharif, giornalista palestinese ventottenne ucciso dall’esercito israeliano in una tenda, insieme ad altri tre colleghi e un autista. Era uno dei volti in primissimo piano della versione araba del network internazionale Al Jazeera e uno degli ultimi rimasti a testimoniare sul campo, con il suo lavoro, quanto è successo e stava succedendo a Gaza. Aveva chiesto ai suoi colleghi di pubblicarlo, in caso di sua morte*
Questo è il mio testamento e il mio messaggio finale. Se queste parole vi giungono, sappiate che Israele è riuscito a uccidermi e a mettere a tacere la mia voce. Innanzitutto, la pace sia su di voi e la misericordia e le benedizioni di Allah.
Allah sa che ho dedicato ogni sforzo e tutte le mie forze per essere un sostegno e una voce per il mio popolo, fin da quando ho aperto gli occhi alla vita nei vicoli e nelle strade del campo profughi di Jabalia. Speravo che Allah prolungasse la mia vita così da poter tornare con la mia famiglia e i miei cari nella nostra città d’origine, Asqalan (Al-Majdal), occupata. Ma la volontà di Allah è venuta prima, e il Suo decreto è definitivo. Ho vissuto il dolore in ogni suo dettaglio, ho assaporato la sofferenza e la perdita molte volte, eppure non ho mai esitato a trasmettere la verità così com’è, senza distorsioni o falsificazioni, affinché Allah possa testimoniare contro coloro che sono rimasti in silenzio, coloro che hanno accettato la nostra uccisione, coloro che ci hanno soffocato il respiro e i cui cuori sono rimasti insensibili ai resti sparsi dei nostri bambini e delle nostre donne, senza fare nulla per fermare il massacro che il nostro popolo ha affrontato per più di un anno e mezzo.
Vi affido la Palestina e il suo popolo
Vi affido la Palestina, il gioiello della corona del mondo musulmano, il battito cardiaco di ogni persona libera in questo mondo. Vi affido il suo popolo, i suoi bambini innocenti e oppressi che non hanno mai avuto il tempo di sognare o di vivere in sicurezza e pace. I loro corpi puri sono stati schiacciati sotto migliaia di tonnellate di bombe e missili israeliani, fatti a pezzi e sparsi lungo i muri.
Vi esorto a non lasciare che le catene vi riducano al silenzio, né che i confini vi limitino. Siate ponti verso la liberazione della terra e del suo popolo, finché il sole della dignità e della libertà non sorgerà sulla nostra patria rubata.
Vi affido la cura della mia famiglia. Vi affido la mia amata figlia Sham, la luce dei miei occhi, che non ho mai avuto la possibilità di veder crescere come avevo sognato. Vi affido il mio caro figlio Salah, che avrei voluto sostenere e accompagnare per tutta la vita finché non fosse diventato abbastanza forte da portare il mio fardello e continuare la missione.
Vi affido la mia amata madre, le cui preghiere benedette mi hanno portato dove sono, le cui suppliche sono state la mia fortezza e la cui luce ha guidato il mio cammino. Prego che Allah le conceda la forza e la ricompensi per conto mio con la migliore delle ricompense.
Vi affido anche la mia compagna di una vita, la mia amata moglie, Umm Salah (Bayan), dalla quale la guerra mi ha separato per lunghi giorni e mesi. Eppure è rimasta fedele al nostro legame, salda come il tronco di un ulivo che non si piega, paziente, fiduciosa in Allah, e ha portato la responsabilità in mia assenza con tutta la sua forza e fede. Vi esorto a starle accanto, a essere il loro sostegno dopo Allah Onnipotente.
Saldo nei miei princìpi
Se muoio, muoio saldo nei miei principi. Testimonio davanti ad Allah di essere soddisfatto del Suo decreto, certo di incontrarLo e certo che ciò che è presso Allah è migliore ed eterno.
O Allah, accettami tra i martiri, perdona i miei peccati passati e futuri e fa’ del mio sangue una luce che illumini il cammino della libertà per il mio popolo e la mia famiglia. Perdonami se ho mancato e prega per me con misericordia, perché ho mantenuto la mia promessa e non l’ho mai cambiata o tradita.
Non dimenticate Gaza… E non dimenticatemi nelle tue sincere preghiere per il perdono e l’accettazione.
Anas Jamal Al-Sharif, 6 giugno 2025
*Questo è ciò che il nostro amato Anas ha chiesto di pubblicare dopo il suo martirio, i colleghi di Al Jazeera.
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